
Le Transdisciplinary Communication Lectures
Le Transdisciplinary Communication Lectures (TCL) sono una sperimentazione del progetto scientia Atque usus (sAu) in costante relazione le altre iniziative del network di sAu: le Officine di Scientia, le Officine di Usus, collana editoriale scientia Atque usus, sAu Academy.
Cosa sono le Transdisciplinary Communication Lectures?
Le Transdisciplinary Communication Lectures sono conferenze di alto livello scientifico che vedono come protagonisti direttori di centri di ricerca, ricercatori di riconosciuto spessore, studiosi ed esperti di ambito nazionale e internazionale, invitati dal Center for Generative Communication a confrontarsi sul valore aggiunto di una comunicazione orientata al community building e ad una decisa transdisciplinarità.
Si tratta di conferenze in cui si presentano esperienze e attività di ricerca di grande valore proprio perché animate dal massimo dialogo con tutti i portatori d’interesse e da una fondamentale cooperazione e collaborazione tra settori scientifici diversi.
Nell’area della salute, gli esperti di Health Communication incontrano studiosi e ricercatori afferenti ad altri settori scientifici (dalla robotica all’agricoltura, dalla mobilità al paesaggio, dal design all’economia) e dialogano sul valore aggiunto di una comunicazione finalizzata alla co-costruzione e condivisione della conoscenza.
I topic di ricerca sulla Salute
1. Comunicare la ricerca con la comunità
Dal Knowledge Trasnfer al Knowledge Mobilization
2. La comunicazione medico-paziente nell'era robotica
Tecnologie per rafforzare la relazione medico-paziente
Una vetrina sulle Transdisciplinary Communication Lectures
#1 | Comunicare la ricerca con la comunità
Dal Knowledge Transfer al Knowledge Mobilization
John Challis – professore emerito di Fisiologia, Ostetricia, Ginecologia e Medicina alla University of Toronto ,
Canada e fondatore e direttore esecutivo della Western Australia Health Translation Network (WAHTN) – e Nicky Lewis – CEO presso il Kids Brain Health Network (KBHN) – sono stati invitati dal Center for Generative Communication ad animare la prima delle Transdisciplinary Communication Lectures, per un confronto sull’importanza di una ricerca nell’ambito medico-scientifico orientata al community building e alla generazione di conoscenza.
Il focus di ricerca sulla comunicazione della ricerca medico-scientifica con la comunità nasce dalla convinzione che la sanità sia un importante punto di convergenza fra società, economia e cultura. E che si caratterizzi come un ambiente di aggregazione, dialogo e confronto fra conoscenze e competenze diverse. Per il Center for Generative Communication la sanità è un sistema complesso in cui è sempre più importante coinvolgere e far dialogare tra loro tutti gli elementi che lo costituiscono, attraverso un modello di comunicazione che non si limiti alla semplice diffusione di informazioni ma che garantisca:
- la raccolta e la legittimazione delle domande dei cittadini, che vedano riconosciuta la loro mancanza di alfabetizzazione sui temi della salute;
- la conoscenza, da parte di medici, ricercatori e degli operatori sanitari della percezione che cittadini e pazienti hanno dei comportamenti e dei rischi che potrebbero compromettere il loro stato di salute;
- lo sviluppo e il mantenimento di un dialogo costante e strutturato tra i diversi soggetti coinvolti che da un lato legittimi le paure e le ansie che provengono dal tessuto sociale e dall’altro confermi il ruolo di guida all’interno di sistemi complessi quali i Sistemi Sanitari.
Con questo focus il Center for Generative Communication si propone di:
- analizzare le immense potenzialità di quelle strategie di comunicazione che rafforzano la convergenza e gli interessi di ricercatori, medici, cittadini e altri portatori d’interesse apparentemente distanti fra loro);
- sperimentare strumenti e ambienti comunicativi in cui interagiscono e dialogano i diversi attori coinvolti nel macro-sistema sanitario e i cittadini in primis.
Nicky Lewis ha raccontato l’esperienza del Kids Brain Health Network (KBHN) con un focus sul Co-Produced Pathway to Impact Model, uno dei sistemi inclusivi di comunicazione sperimentato con successo
Jonh Challis ha illustrato il modello canadese di coinvolgimento della cittadinanza nei progetti di ricerca di ambito medico e scientifico
Focus on...
Social ABCs è un progetto in collaborazione con Hamilton Health Care System che è stato sperimentato presso l’asilo dell’Humber College prima di essere ampliato a tutta la regione dell’Ontario. Si tratta di un processo di facilitazione per i genitori dei bambini che mostrano i primi segni di autismo per sviluppare abilità sociali e linguistiche in una fase poco avanzata della patologia. Il progetto si basa sul coinvolgimento e sull’educazione dei genitori, i quali devono aiutare i bambini nel miglioramento delle loro abilità. Il progetto comporta un’educazione specializzata per tutti gli educatori della struttura coinvolta, ma anche la disponibilità di strumenti per la diagnosi precoce di questo tipo di malattia e di risorse per i trattamenti necessari: è in questa prospettiva che il progetto si basa su un’educazione co-prodotta tra ricercatori, famiglie ed educatori.
to Impact Model
Il Kids Brain Health Network utilizza il Co-Produced Pathway to Impact Model per facilitare il coinvolgimento degli stakeholder prima e durante il ciclo di vita di un progetto. È un modello orientato ad avviare e gestire collaborazioni di ricerca tra soggetti diversi in modo da massimizzare il valore della ricerca oltre gli ambienti accademici, in una prospettiva di Knowledge Mobilization.
Il Co-Produced Pathway to Impact Model si basa sulla convinzione che la ricerca ottiene l’impatto massimo sulla società quando i ricercatori universitari collaborano con partner non accademici che producono prodotti, politiche e servizi che incidono effettivamente sulla vita dei beneficiari finali. Per favorire questo processo, si abbandona un percorso lineare e tradizionale, che porta a realizzare un output concluso in sé da poi disseminare in modalità top-down, per abbracciare un modello in cui si passa dalla ricerca all’impatto coinvolgendo in ogni step i ricercatori e tutti gli stakeholder (vedi fig. 3) in un vero e proprio processo di co-produzione del processo di Knowledge Mobilization.
#2 | La comunicazione medico-paziente nell'era robotica
Tecnologie per rafforzare la relazione medico-paziente
La seconda edizione delle Transdisciplinary Communication Lectures on Health ha visto la partecipazione del Prof. Donald Norman, Direttore del Design Lab presso la University of California, Co-fondatore del Nielsen Norman group e Professore Onorario presso la Tongji University (Shanghai) – College of Design and Innovation.
Nella cornice del Gabinetto G.P. Vieusseux a Firenze, Donald Norman, ha approfondito, con una lecture dal titolo “The Role of Intelligent Technology in Healthcare”, alcuni elementi centrali per lo sviluppo della riflessione del CfGC sul ruolo della progettazione delle nuove tecnologie in sanità.
Ha preceduto la lecture di Norman l’intervento di Viola Davini ed Eugenio Pandolfini dal titolo “Innovation and Healthcare Best Practices in Communication”. Lisa Capitini, laureanda del CfGC, ha contribuito alla presentazione con un intervento sulla comunicazione tra la Terra e lo spazio e sugli sviluppi in termini sanitari che l’esplorazione spaziale sta determinando.
L’intervento di Norman si è concentrato sul ruolo delle tecnologie in sanità e, in particolare, sui soggetti che ne progettano l’uso.
Il mondo della salute, secondo Donald Norman, è un sistema complesso: le variabili che concorrono alla sua definizione sono numerose e, anche per questo motivo, è difficile rispondere alle esigenze dei cittadini in modo efficace. La visione proposta dal noto designer evidenzia come siano proprio la transdisciplinarietà e l’ascolto dei cittadini le chiavi per progettare sistemi veramente “intelligenti”. Solo attraverso il dialogo, la collaborazione, la cooperazione – attraverso un nuovo paradigma comunicativo che metta a sistema persone e risorse intorno a obiettivi condivisi – sarà possibile promuovere un’innovazione capace di trasformare l’attuale sistema della salute.
Donald Norman si è concentrato sul ruolo del designer nel complesso contesto del sistema sanitario, ribadendo l’importanza di un processo progettuale che coinvolga – fin dalla fase di ideazione – gli interlocutori che, a diverso titolo, avranno a che fare con l’oggetto o il servizio progettato
Focus on...
L’intervento di Donald Norman, in qualità di designer e di riconosciuto esperto di ergonomia, ha evidenziato un elemento fondamentale per lo sviluppo di tecnologie “intelligenti” nell’ambito della salute: in un contesto complesso, qualsiasi macchina o procedura, qualsiasi sistema d’automazione o robot non possono essere progettati se non tenendo conto di tutti gli aspetti (sociali, economici, culturali e politici solo per citarne alcuni) che caratterizzano il sistema di riferimento.
Ma non solo: gli stili di vita delle persone o le loro aspettative devono essere sempre ascoltate per immaginare e realizzare nuove tecnologie utili al miglioramento della salute collettiva. Non è possibile, infatti, separare la componente tecnologica da quelli che sono i bisogni – percepiti e non – dei cittadini a cui tali strumenti sono dedicati. La progettazione, quindi, deve tener presente numerosi fattori in un’ottica sia transdisciplinare – coinvolgendo differenti esperti nello sviluppo di soluzioni tecnologiche legate alla salute -, che inclusiva – coinvolgendo la cittadinanza che fruirà di tali servizi, procedure, spazi e macchine fin dalla fase di ideazione -.
Una buona tecnologia, una tecnologia “intelligente”, quindi, è quella progettata dalla comunità (di esperti e di cittadini), per la comunità.
L’intervento di Viola Davini ed Eugenio Pandolfini ha descritto lo stato italiano dell’innovazione in sanità. Non si è trattato esclusivamente di presentare le possibilità di accesso ai servizi sanitari, ma anche di promuovere una nuova cultura della salute che comprenda anche elementi non direttamente collegabili ad essa come, ad esempio, gli stili di vita e la dimensione culturale.
Rispetto alle nuove tecnologie della comunicazione, l’85% dei medici di medicina generale e l’81% dei medici specialisti utilizza le e-mail per inviare comunicazioni ai cittadini che hanno in cura; WhatsApp è usato rispettivamente dal 64% e dal 57% per organizzare appuntamenti e condividere informazioni cliniche. Tali strumenti, tuttavia, non sono integrati in modo strutturato e centralizzato con i sistemi informativi offerti dal Sistema Sanitario Nazionale.
Il 41% dei cittadini, inoltre, utilizza applicazioni di coaching o device wearable per il monitoraggio dello stile di vita.
Se da un lato, quindi, sia i medici che i cittadini dimostrano interesse per l’utilizzo di nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione in ambito medico-sanitario, dall’altro, i dati e le informazioni raccolte da questi dispositivi non sono, nella maggior parte dei casi, condivisi con il proprio medico o con il Sistema Sanitario Nazionale. C’è l’urgenza, quindi, di superare l’attuale frammentazione dell’innovazione digitale della sanità così da integrare e valorizzare le potenzialità delle tecnologie per lo sviluppo di una sanità sempre più focalizzata sull’individuo e sulla prevenzione in un’ottica di sistema. Per farlo, tuttavia, è necessario utilizzare un nuovo paradigma della comunicazione che sia capace di coinvolgere e far dialogare tra loro tutti i portatori d’interesse del settore.
L’intervento di Lisa Capitini, giovane laureanda del CfGC che sta sviluppando una tesi sulla comunicazione tra lo spazio e la Terra, ha evidenziato quanto il settore aerospaziale possa essere importante per lo sviluppo dell’innovazione in sanità. Negli ultimi decenni stiamo assistendo a grandi sviluppi nel campo della ricerca e dell’esplorazione dello spazio, con la comunicazione che sta giocando un ruolo sempre più importante in questo contesto. Possiamo analizzare questa situazione da due diversi punti di vista:
- uno di assoluta continuità con l’esistente, in cui si emula nello spazio lo stesso tipo di comunicazione a cui siamo abituati sulla Terra;
- uno in cui proviamo a progettare un nuovo paradigma comunicativo riconoscendo una differente relazione nello sviluppo del dialogo tra la Terra e lo spazio.
Le numerose sperimentazioni che, in questo settore, sono portate avanti da equipe di esperti provenienti da differenti discipline, rappresentano un elemento centrale anche per quanto riguarda l’innovazione nel mondo della salute sulla Terra.
Ne è un esempio l’esperimento CORM (COenzima Q10, Radiazioni e Microgravità) finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e realizzato in collaborazione con la NASA che ha visto la partecipazione del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Firenze. Il progetto ospitato all’interno della International Space Station (ISS) aveva come obiettivo quello di rilevare terapie preventive nei confronti dei danni che le radiazioni e la microgravità provocano nelle cellule della retina degli astronauti. È possibile, inoltre, studiare il corpo umano pensando al corpo degli astronauti come un vero e proprio modello per capire l’influenza degli ambienti estremi nella fisiologia umana: lo dimostra il celebre studio sui gemelli astronauti Scott e Mark Kelly.